L’alunno è introverso? Scoprilo con la grafologia.
La grafologia è una scienza sperimentale che studia la scrittura come espressione della personalità umana. Chi scrive, attraverso i suoi gesti grafici lascia il segno del proprio carattere, della propria intelligenza, dei disagi vissuti e presenti, del proprio modo di esprimersi e di amare.
L'analisi grafologica è effettuata con la rilevazione dei segni grafici (spazio, forma, movimento, tratto) che vengono valutati per importanza, per intensità e per frequenza.
Il grafologo non legge il futuro, ma riesce a individuare ciò che la persona esprime di sè in un determinato momento della vita. Il suo contributo è perciò importante soprattutto in alcune fasi di passaggio come l'adolescenza, in cui si vivono forti emozioni contrastanti, che possono causare sofferenza all'interno di tutto il nucleo familiare.
Anche per gli insegnanti, la grafologia può rappresentare un utile compendio, per individuare problematicità nel gruppo classe e intervenire in tempo su soggetti a rischio sia per rendimento scolastico che per comportamento.
Riuscire a rendersi conto dei problemi psicologici, esistenziali e relazionali degli alunni, rappresenta un'opportunità per sostenerli nello studio, ma anche per comunicare con loro e accompagnarli verso l'età adulta.
Esistono dei segni grafici peculiari dell'età adolescenziale che evidenziano diverse caratteristiche della personalità: il pensiero, il sentimento dell'Io, la maturazione affettiva, l'emotività, la capacità di relazione, il bagaglio energetico, la resistenza psico-fisica, eventuali stati d'ansia o dipendenze.
Dall'analisi della grafia è possibile cogliere segnali di malessere interiore, di sfiducia, di pessimismo, di stress, che possono sfociare in comportamenti lesivi di sé o degli altri (devianze, bullismo, anoressia, dipendenze, ecc.). Per lo stesso motivo è anche possibile riconoscere i punti di forzi talenti inespressi e per questo valorizzarli.
Il disagio che trattiamo in questo numero è l'INTROVERSIONE e i meccanismi di difesa dell'IO.
L'introversione è la propensione del soggetto a vivere la realtà in modo interno, privilegiando il pensiero all'azione. L'introverso ha difficoltà ad uscire dal proprio guscio per andare verso il mondo. Di natura riflessiva, preferisce pensare prima di agire. E' riservato, investe l'energia in sé stesso, ama più scrivere che parlare.
Al contrario L'estroverso è una persona orientata verso il mondo esterno cui immette la sua energia. Non ha difficoltà ad entrare in contatto con il mondo, ha molte relazioni e predilige l'azione, l'attività ed il movimento al pensiero.
Per la grafologia, l'introversione può essere individuata attraverso i seguenti segni:
Calibro piccolo= piccola altezza: (sotto 1,5 millimetri) si osservano gli occhielli (a, o, d, g, q) e corpo delle lettere minuscole minori (escludendo gli allunghi, ma considerando
solamente il corpo centrale).
Questa misurazione indica svalutazione di sé, difficoltà nella manifestazione dei propri bisogni, sottomissione, selettività affettiva, difficoltà nello stare al centro dell'attenzione.
Rovesciata: si ha quando è presente una costante inclinazione verso sinistra delle lettere rispetto al rigo di base.
Questa caratteristica denota la tendenza ad allontanarsi dagli altri, chiusura come forma di tutela, sospettosità e difesa. Negli adolescenti può indicare desiderio di rimanere nell'ambiente familiare per paura del futuro.
Accartocciata: è un segno che ritroviamo nella a, d, g, o, q e nelle lettere a festone come la m, la n, in cui vengono utilizzati più tratti del necessario ( ci sono dei ripassi).
Il soggetto protegge il proprio Io perché si sente minacciato e facendo ciò non esce dal suo guscio, non sperimenta. Può indicare un ragazzo che agisce con precauzione, è diffidente.
Riccio del nascondimento: questo segno si ritrova per lo più a fine parola
soprattutto nelle lettere a ed e che
finiscono sotto la parola e verso sinistra.
E' un segnale di regressione. Il soggetto blocca infatti il suo incedere verso il futuro (la destra) perché è preoccupato, inquieto, vive un disagio. Potrebbe aver paura di essere giudicato, di non essere approvato.
E' bene che questi soggetti non vengano messi al centro dell'attenzione, non vengano mandati nella mischia poiché soffrono molto qualora si parli pubblicamente di loro e potrebbero chiudersi ancora di più in sé stessi!