Aggressività e violenza negli adolescenti.

02.02.2018

Negli ultimi tempi è cresciuto a dismisura il numero di casi di cronaca nera in cui sono coinvolti dei giovani. Vittime e carnefici hanno un'età anagrafica che si avvicina più a quella adolescenziale che a quella adulta. Questo aumento considerevole, deve farci riflettere per capire da cosa derivi tutta questa violenza e per riuscire a fermarla nel suo avanzare devastante per tutta la società.

L'aggressività che sfocia in un crimine testimonia una fortissima tensione emotiva individuale non gestita dal soggetto che la manifesta attraverso atti di violenza fisica e psicologica nei confronti di chi è ritenuto più debole.

Le vittime solitamente sono persone pacifiche, con poca energia fisica o con scarsa autostima. Per questo si tratta spesso di bambini, ragazze, persone anziane, ma anche disabili.

Gli aggressivi sono invece apparentemente forti, agili, sicuri di sé, presuntuosi, sovrastimano le loro capacità, hanno un basso livello di sopportazione dell'autorità, non rispettano le regole.

Ma come è possibile allora tutta questa violenza gratuita?

Possiamo ipotizzare che il comportamento aggressivo derivi da vari fattori che intervengono già in età infantile. Tra i più importanti, c'è un bisogno non corrisposto di attenzione e di amore da parte dei genitori; un altro fattore è rappresentato dall'eccesso di tolleranza dei genitori verso i figli che dimostrano atteggiamenti violenti nei confronti di fratelli, coetanei o animali.

Visto il loro crescente numero, possiamo dedurre che non si tratta di casi isolati di persone diverse da noi o squilibrate, ma di ragazzi figli della nostra società, partoriti da noi, nutriti e cresciuti con i nostri valori ed esempi.

Come possiamo intervenire?

Innanzitutto è utile individuare fin dall'infanzia l'atteggiamento violento e cercare di trovare, assieme alle famiglie, strategie adatte ad incanalare questa forza aggressiva tramutandola in grinta e passione. Molti sono gli strumenti per comprendere la propensione all'aggressività e uno dei più discreti e precisi è dato dalla grafologia, scienza che studia la grafia e i segni che inconsciamente il soggetto lascia sul foglio.

Il grafologo professionista può individuare segnali che, in contesti favorenti, potrebbero spingere il soggetto ad azioni aggressive.

Oggi presentiamo uno dei possibili segnali di aggressività premettendo che lo studio della grafia è estremamente complesso e che non si può prescindere da un'analisi di tutto il contesto grafico per stilare un profilo.

Quelli che vi proponiamo sono solamente degli spunti che possono aiutarvi a individuare segnali generici.

Esempi di trattino della t prolungato verso destra.

In tutti e tre gli esempi è evidente come il trattino della 't' sia stato tracciato con decisione e slancio. Potrebbe suggerire perciò una certa aggressività verbale, reattività e propensione ad esprimersi in maniera pungente. Sarà il contesto grafico complessivo, tuttavia, che potrà stemperare o rafforzare l'indicazione data dal segno specifico.